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ESSERE BRAVI GENITORI

Essere bravi genitori. Questo è uno dei crucci e delle domande che molti mi rivolgono quando mi chiedono aiuto: "Come si fa ad essere dei bravi genitori?", "Come faccio a capire se sto facendo la cosa giusta?". Il secondo step, in genere, ma non sempre, è interrogarsi circa errori che si possono essere commessi e la subentrante angoscia perché "alloro l'ho traumatizzato/a"!.

Spesso i genitori si recano presso il mio studio colmi di informazioni e di consigli che la zia, la nonna, il fratello, la madre, la suocera, la vicina, le insegnanti, ma soprattutto il web, hanno fornito. Si tratta di esperienze personali, consigli, quando parliamo di persone, ma nel web le regole, che in genere sono d'oro, i decaloghi, gli errori che MAI, si devono (o dovrebbero) commettere nei confronti di un figlio. E il web non si trattiene, ogni giorno vengono pubblicati articoli su articoli nei quali, a ben vedere, non ci sono informazioni o consigli errati, piuttosto c'è tutto ed il contrario di tutto e questo rende difficile orientarsi e fare delle scelte serene e consapevoli.

Ora, partiamo dal presupposto che essere bravi genitori non significa essere perfetti e non sbagliare mai. Che cosa significa essere bravi genitori? Come si fa a crescere dei figli sereni serenamente?

Le regole d'oro, i decaloghi, il terrorismo psicologico verso i genitori, servono a poco.

Un figlio va considerato innanzitutto per ciò che è: un soggetto con una personalità propria. La questione figli varia a seconda delle età e della soggettività intrinseca di ciascuno ma possiamo farci un'idea. Prenderò spunto da un articolo sul metodo Montessori che va molto di moda ultimamente, ci sono molte cose interessanti, molti spunti utili, ma prendiamo le informazioni che ci arrivano (scritte e riscritte da altri) in modo critico. Con questo articolo, generico per ovvi motivi, si vuole solo dare una possibilità di lettura critica, una possibilità di orientarsi nel mezzo ai diversi "TU DEVI" molto in voga attualmente.

1. Mamma e papà devono essere il migliore esempio. Che la coppia genitoriale possa essere un esempio è vero, i genitori sono coloro che si occupano dei bambini, ma che questa debba essere di esempio che cosa significa? Significa a mio avviso rispettarsi nella coppia, avere ognuno il proprio ruolo e la possibilità di esprimere la propria soggettività ed il proprio stile in un progetto comune. Non denigrare l'altro, non osteggiare né criticare - se serve confrontarsi farlo in separata sede - in questo modo si può essere un esempio. Ma se accade di sbagliare, se si critica l'altro in sua assenza, o presenza, non è una tragedia, si può rimediare, la cosa importante è che questo non accada costantemente. Ricordiamoci inoltre che per quanto ci possiamo sforzare i figli scelgono in autonomia i propri esempi.

2.Non criticateli sempre e soprattutto in pubblico. I bambini non vanno criticati e basta, non che farlo in pubblico sia peggio che farlo in privato, la questione sta nella critica. Si può sgridare un figlio, mettere dei limiti, delle regole, decidere anche delle punizioni se queste regole non vengono rispettate, ma criticare non serve a molto. Un figlio va ascoltato, va compreso, va anche sgridato in modo che capisca l'errore. I figli devono avere la possibilità di spiegarsi in merito e devono anche poter pensare che ci possa essere una soluzione. Sgridare non equivale ad urlare o picchiare, significa mettere un limite, una regola, grazie alla quale un figlio possa orientarsi ed appoggiarsi.

3. Elogiarli sempre in maniera sincera. I figli si devono elogiare nelle cose che fanno bene ma ancor di più vanno sostenuti in ciò che non sanno fare. I figli non vanno illusi ma sostenuti, si deve lasciare la possibilità che sperimentino le proprie capacità e, se qualcosa non riesce, pazienza...non si può far tutto bene, ma ci si può impegnare per migliorarsi.La capacità che acquisiranno negli anni, di far fronte alle frustrazioni ed alle difficoltà, forniranno strumenti utili per superare le avversità e le difficoltà della vita.

4. Non siate ostili. Molto importante è non far diventare i figli la valvola di sfogo delle proprie frustrazioni, arrabbiarsi con loro per altro serve a poco. Se capita è bene scusarsi, capiranno che i genitori non sono esseri superiori infallibili!

5. Non ridicolizzateli. Ridicolizzare, sminuire, sono reazioni che ledono la sicurezza interiore, che a lungo andare può riflettersi nella capacità e nella possibilità dei propri figli di fare delle scelte. Essere genitori non significa avere il sapere assoluto sul proprio figlio, un figlio va anche ascoltato e compreso, maggiormente in ciò in cui si differenzia.

L'articolo si dilunga io mi fermo...non ci sono regole prestabilite e precise per relazionarsi con un figlio, serve tanta pazienza e inventiva, ma essere sereni è possibile.

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